I rosé vanno molto di moda, soprattutto nei mesi estivi. Ma cos’è esattamente un vino rosé e come si produce?

Impossibile oggi ignorare i rosé. Sono dovunque: enoteche, ristoranti, bistrot, ricevimenti estivi in terrazza, garden party…Il rosa è ancora una volta il colore di stagione! Ed è facile capire il perché: se in estate vuoi un’alternativa fresca e adatta ad ogni occasione, più leggera e meno impegnativa del vino rosso, cosa c’è di meglio di un rosé? Ma come si produce esattamente un rosé? Molti pensano che sia semplicemente una miscela di vini ottenuti pressando insieme uve bianche e nere. Ma non è proprio così semplice. Per poter ottenere un vino etichettabile come rosé, i vinificatori non possono affatto miscelare i due tipi di uve.

Rosé: sfatiamo un mito

In realtà, il rosé si ottiene esclusivamente dalle stesse uve nere dei vini rossi, che quasi sempre danno un succo leggero e spesso incolore. Sorge quindi spontanea la domanda: da dove deriva il colore rosso scuro? La risposta è semplice: i pigmenti che colorano il vino sono quelli presenti nelle bucce degli acini, non nel succo.

Per capire meglio la vinificazione dei rosé, guardiamo innanzitutto come avviene la vinificazione dei bianchi e dei rossi. Nei rossi non vengono eliminate le bucce nei primi giorni in cui il mosto comincia a fermentare. Questa tecnica è detta vinificazione con macerazione ed è quella che consente il rilascio del colore. Viceversa, nei bianchi vengono eliminate le bucce prima della fermentazione. È la vinificazione cosiddetta senza macerazione o “in bianco”.

L’estrazione dei pigmenti durante la macerazione richiede alcune settimane. Se il processo viene interrotto dopo poche ore, il colore rilasciato dalle bucce degli acini sarà poco intenso. La vinificazione dei rosé si basa quindi su un controllo della colorazione del vino. Quando il succo ha assunto una leggera sfumatura rosata, le uve vengono pressate e trasferite in un’altra vasca dove continuano a fermentare senza le bucce. Il vino che se ne ottiene verrà imbottigliato come rosé. In senso stretto, i rosé sono rossi che durante la fermentazione sono stati pochissimo a contatto delle bucce degli acini.

Il rosé può essere una miscela di vini bianchi e rossi?

Certo! L’aggiunta di un po’ di vino rosso a un tino di vino bianco è un’operazione consentita. Ma i vini rosati ottenuti da questa miscelazione non possono essere etichettati come rosé. In Germania, questi rosati sono noti come “Rotling”. Tra gli esempi più famosi ricordiamo lo Schillerwein del Württemberg e il Rotgold del Baden.

C’è però un’eccezione a questa regola: lo champagne rosé. Con lo champagne, la dicitura “rosé” è ammessa anche se il vino è ottenuto da una miscela di vini bianchi e rossi. Molti champagne rosé vengono prodotti esclusivamente da uve bianche Chardonnay con l’aggiunta di una piccola percentuale di vino rosso per esaltare il colore e affinare il gusto. Alcuni produttori di champagne rosé di alta gamma preferiscono però ancora la vinificazione con macerazione.

Se ti è piaciuto questo post iscriviti alla nostra newsletter!